Il primo capitolo è fondamentale
Il primo capitolo è fondamentale, Marcus. Se ai lettori non piace, non leggono il resto del libro. Joel Dicker
Joël Dicker nasce a Ginevra il 16 giugno 1985, i genitori sono madre bibliotecaria e padre insegnante di francese.
Sempre a Ginevra, Joel Dicker trascorre infanzia e adolescenza e fin da bambino, dimostra un talento innato per la scrittura, scrivendo storie e poesie sin dall'età di 8 anni.
Nel 2009 Joel Dicker completa il suo primo romanzo, “Gli ultimi giorni dei nostri padri”, e racconta la storia del SOE, un ramo segreto del Secret Intelligence Service, l'agenzia di spionaggio per l'estero del Regno Unito attiva durante la Seconda Guerra Mondiale.
Questo libro non sembra trovare interesse nelle case editrici fino a quando non vince il concorso del Prix Genevois des Ecrivains, dedicato alle opere inedite: questa vittoria attira l'attenzione di una casa editrice francese e così inizia l’ascesa incredibile di un autore che oggi è pubblicato in 40 paesi e tradotto in più di trenta lingue.
L'anno successivo, nel 2012, il grande successo arriva con “La verità sul caso Harry Quebert” un libro che racchiude in un unico testo un libro di formazione, un thriller e un insieme di consigli per scrivere meglio.
Di Joel Dicker abbiamo parlato spesso nei nostri incontri dal vivo di Writers And Readers, gli abbiamo dedicato approfondimenti, speciali e mini gruppi di lettura.
A distanza di qualche anno voglio condividere con voi alcune curiosità che ho trovato in rete.
Joel Dicker non ama ambientare le sue storie nelle grandi metropoli
Come racconta in una intervista su Corriere.it spiega che come autore ha bisogno di qualche barriera per non perdersi: una piccola città si presta meglio, un ambiente chiuso permette di muoversi in una dimensione maggiormente controllabile e di tratteggiarne un quadro più chiaro.
In un'altra intervista rivela il perché delle sue storie raccontate su più piani temporali: “Vado avanti e indietro con il tempo per svelare il passato dei personaggi, portare alla luce episodi intimi. Mi serve per far capire che, se sono così, è perché si sono comportati in un certo modo.”
Francesca Corrado svela un tratto peculiare di questo scrittore: "ad un certo punto della sua incerta carriera aveva due strade da percorrere: la strada dell’autocommiserazione o quella dell’ossessione.
Dicker scelse la seconda strada e la percorse in modo metodico.
Decise di rileggere tutte le lettere di rifiuto e tutti i commenti negativi che aveva ricevuto, per avere piena consapevolezza di tutti gli errori che aveva fatto nei suoi primi romanzi. Quei rifiuti erano una opportunità di fare meglio la prossima volta."
Joel Dicker sa bene di cosa sta parlando, ha alle spalle 5 rifiuti per 5 romanzi prima di arrivare al successo e forse è proprio per questo che scrive queste parole in un dialogo in “La verità sul caso Harry Quebert”:
Harry, se dovessi salvare solo una delle tue lezioni, quale sceglieresti?
Rigiro a te la domanda.
Io salverei L'importanza di saper cadere.
Mi trovi pienamente d'accordo. La vita è una lunga caduta, Marcus. La cosa più importante è saper cadere.
Saper cadere per poi rialzarsi.