Ricordati di accendere la luce #018
“La felicità si può trovare anche negli attimi più tenebrosi, se solo qualcuno si ricorda di accendere la luce" J. K. Rowling
“La felicità si può trovare anche negli attimi più tenebrosi, se solo qualcuno si ricorda di accendere la luce"
J. K. Rowling
Joanne Rowling nasce a Yate il 31 luglio 1965, è una scrittrice, sceneggiatrice e produttrice cinematografica britannica.
Noi la conosciamo come J. K. Rowling dove la K sta per Kathleen, il nome della nonna paterna.
Per ognuno di noi il nome J. K. Rowling è legato alla serie di romanzi di Harry Potter e nel 2011 Forbes l'ha inserita nella classifica delle donne più ricche del Regno Unito.
Tra il 1965 anno della sua nascita e il 2011 non è stato tutto rose e fiori per lei, anzi.
Nel 1992 si sposta a Oporto, in Portogallo, dove insegna inglese; qui conosce Jorge Arantes col quale si sposa il 16 ottobre dello stesso anno e il 27 luglio dell'anno successivo, il 1993, nasce la piccola Jessica. Il 1993 è anche l'anno in cui Joanne Rowling si separa dal marito e si trasferisce ad Edimburgo con la figlia.
Qui per Joanne inizia un periodo cupo e difficile, non ha un lavoro, deve pagare l'affitto dell'appartamento in cui vive utilizzando il sussidio per la disoccupazione e gli aiuti statali e usare quei soldi anche per lei e la bambina.
Colpita da una forte depressione, trova rifugio nelle pagine del primo libro della saga di Harry Potter che vede come una cura alla propria crisi.
Il primo libro della saga, iniziato su un treno (guarda caso proprio su un treno) nel 1990 e raccoglie tanti elementi tratti dalla vita e dall'esperienza di questa scrittrice.
Il preside delle elementari diventa Albus Silente, il suo migliore amico le ispira Ron Weasley e il suo professore di chimica, con cui non aveva buoni rapporti, le serve per creare la figura di Severus Piton.
I dissennatori sono invece “figli” di quel periodo cupo della sua esistenza in cui le sembrava che tutto andasse storto.
C'è una frase che mi ha colpito di Joanne Rowling, quando parla della piccola Jessica: "...era una sorpresa ogni mattina vederla ancora viva": allude al periodo difficile in cui la donna era senza lavoro: temeva di perderla come aveva perso tutto il resto e credeva di non poter più ritrovare felicità e spensieratezza.
Nel 1995 Joanne Rowling termina il primo libro intitolato Harry Potter e la pietra filosofale, ma nonostante numerosi tentativi, ha difficoltà a trovare agenti letterari e, finalmente, quando ne trova uno, Christopher Little, riceve ben dodici rifiuti da dodici case editrici differenti che definiscono il libro “troppo lungo”.
Ci vogliono ancora due anni prima che una piccola casa editrice, la Bloomsbury, decida di pubblicare il libro che esce il 25 giugno 1997 dando il via al successo planetario della scrittrice e portando la casa editrice stessa alle luci della ribalta.
Dalle prime parole scritte nel 1990 alla parola FINE del 1995 sono trascorsi cinque anni, cinque anni dedicati non solo a scrivere il primo libro ma a lavorare su tutto l'intero arco narrativo della saga.
La storia della Rowling ci insegna tante cose, ma su una in particolare mi voglio soffermare: non basta trovarsi senza lavoro, con un sussidio per mangiare e pagare a stento l'affitto, per fare di noi dei grandi scrittori.
Non creiamoci questa illusione di scrittori maledetti che poi all'improvviso ce la fanno.
Non è questa la narrazione da accompagnare alla nostra scrittura.
Piuttosto accettiamo gli errori, accettiamo le sfide, accettiamo di cadere, cogliamo ogni occasione per rialzarci, perché come dice Joanne Rowling:
“È impossibile vivere senza sbagliare nulla, a meno di scegliere di vivere in maniera talmente prudente che la vostra non possa essere considerata affatto una vita.”
Eh già... una vita "prudente" è assenza di emozioni, e senza emozioni non saremmo nessuno